15 Aprile 2024
VINITALY: PRIMITIVO IN TOP TEN VINI PIÙ VENDUTI; VINCONO I VINI AUTOCTONI

A Casa Coldiretti la classifica delle bottiglie che crescono maggiormente nei consumi

Il Primitivo pugliese è nella top ten dei vini autoctoni che fanno segnare i maggiori incrementi delle vendite, a conferma di una scelta sempre più territoriale nei gusti degli italiani. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Circana, in occasione del Vinitaly dove a Casa Coldiretti sono stati esposti i vini della top ten delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi.

All’ottavo posto c’è proprio il primo vino rosso della classifica, il Primitivo della Puglia con un aumento delle vendite del 5,2%, un risultato apprezzabile che segna un tangibile cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di tensioni internazionali – sottolinea la Coldiretti Puglia – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio, da quelle più blasonate a quelle che negli ultimi anni hanno saputo conquistarsi un fiorente mercato.

L’aumento delle vendite dei vini autoctoni – continua Coldiretti – è in netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle vendite di vino che nel 2023 hanno fatto registrare un calo in volume del 3,3%, segnale del fatto che il futuro del Vigneto Italia dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali.

Si tratta della conferma – sottolinea la Coldiretti regionale – della alta qualità offerta dalla Puglia grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore. “Il vino testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – dichiara Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono saper difendere e promuovere”.

Si stima tra l’altro che il vino offra durante l’anno opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).

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