Cento ulivi abbattuti: Coldiretti Lecce stempera gli allarmismi ma chiede il massimo rigore, scientifico e tecnico, negli interventi sul territorio per fermare l'epidemia batterica, concertati dagli Uffici fitosanitari regionale e nazionale con l'Unione europea.
“Siamo d'accordo con gli interventi “chirurgici” per eradicare le piante ormai condannate a morte nei cinque focolai individuati da ricercatori e tecnici – osserva il direttore di Coldiretti Lecce, Giampiero Marotta – ma al contempo siamo pronti a vigilare affinché nessuna azione non necessaria venga intrapresa a danno di una risorsa straordinaria per il Salento come l'olivicoltura, con i suoi 11 milioni di piante”.
“Siamo i primi a non voler distruggere il patrimonio olivicolo, ma non possiamo esimerci dal governarlo – incalza Marotta - Laddove ci sono piante attaccate da fitopatologie, da funghi o batteri aggressivi, come nel caso di “Xylella fastidiosa”, devono essere governate, manutenute, come è da sempre buona prassi dell'agricoltore. Il coltivatore è il principale manutentore del paesaggio: è lui il primo a dover gestire le varie emergenze. Ed in questa di Xylella ci sembra naturale che cento piante ormai colpite a morte dal batterio e possibile causa di diffusione dell'epidemia vengano eradicate, così come è nella natura delle cose che ne vengano subito piantate di nuove, rispettando le cultivar originali. Non vogliamo assolutamente devastare il territorio, questo è lapalissiano. Il nostro obiettivo principale, il nostro impegno come Coldiretti è si quello di migliorare il paesaggio, ma principalmente quello di incrementare il reddito delle imprese”.
“L'olivicoltura è una delle poche colture in controtendenza – aggiunge il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno - Negli ultimi 10 anni nel Salento il patrimonio arboreo è cresciuto di oltre 5mila ettari. La superficie aumenta perché ci sono centinaia e centinaia di olivicoltori che credono e investono capitale proprio, rendendo un servizio ambientale enorme nei confronti della collettività e dei tanti turisti che apprezzano sempre più questo paesaggio unico e meraviglioso, connotato in modo peculiare dagli uliveti. Consci di questa ricchezza e unicità, chiediamo che l'approccio nella gestione dell'emergenza Xylella sia pragmatico e rigoroso, a tutela dell'immenso patrimonio sedimentato nei millenni. Auspichiamo che il monitoraggio prosegua e che sia quanto più puntuale possibile. Da parte nostra posso assicurare che continueremo ad investire nella crescita di questa coltura fondamentale. Di una cosa i salentini devono essere certi - conclude Piccinno - fino che ci saranno gli olivicoltori, l'olivicoltura salentina non potrà morire".
15 Aprile 2014
ULIVI ABBATTUTI PER CONTRASTARE XYLELLA
