Accogliamo con favore le proposte di semplificazione della Commissione che si inseriscono in un percorso già avviato lo scorso anno e che comprende diversi interventi riguardanti la condizionalità, forme semplificate di supporto agli investimenti per i piccoli agricoltori, maggiore possibilità di utilizzo dei costi standard, ma anche semplificazioni rispetto alla procedura di modifica dei Piani strategici nazionali e l’eliminazione anche degli ultimi legami tra gli aiuti della Pac e il Green Deal. Ad affermarlo è la Coldiretti nel commentare le modifiche presentate il 14 maggio dal Commissario all’agricoltura e alimentazione Christophe Hansen, insieme al Vice-presidente esecutivo della Commissione Raffaele Fitto e al Commissario all’Economia, produttività, attuazione e semplificazione Valdis Dombrovskis.
Rispetto a quanto proposto, Coldiretti non condivide però l’uso delle risorse della Pac per i nuovi strumenti sulla crisi nell’ambito dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale: fondamentale avere fondi per le crisi, ma trattandosi di un interesse più generale, il finanziamento dovrebbe essere effettuato con disponibilità non sottratte agli agricoltori. “Oggi più che mai, l’agricoltura europea è una leva geopolitica fondamentale poiché da essa dipende la capacità dell’Unione di avere il pieno controllo sul proprio futuro in un momento in cui gli Stati Uniti investiranno nel settore 1.400 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni e la Cina ha aumentato la capacità di produzione non solo interna ma anche di acquisto di cereali e prodotti in altre parti del mondo. Garantire la semplificazione, oltre che la disponibilità di adeguate risorse, diventa un fatto strategico di vitale importanza per il futuro dell’Unione” ha evidenziato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Il percorso di semplificazione per chi vive di agricoltura andrà ulteriormente rafforzato, chiediamo coraggio per garantire la produzione agricola europea.
Le misure annunciate dalla Commissione rappresentano un primo passo importante per abbattere una burocrazia che, a partire dagli ecoschemi, si è tradotta in questi anni in una normatività esasperata e spesso incomprensibile che, come abbiamo denunciato a più riprese, ha finito per frenare i nuovi insediamenti e vessato le aziende con un costo pesantissimo” ha sottolineato il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “Abbiamo apprezzato il cambio di linguaggio, di obiettivi di riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella food security e grazie alla sua attività come custode dell’ambiente – ha rilevato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia -. Le nostre preoccupazioni però aumentano con la presentazione contemporanea di budget e Pac il 16 luglio. La cosa giusta sarebbe discutere e decidere con chiarezza le risorse esatte dedicate e non modificabili che la Politica agricola può avere e solo dopo decidere la ripartizione di queste risorse tra i vari strumenti. Una accelerazione eccessiva rende molto difficile dare un contributo da parte delle organizzazioni di rappresentanza, per avere una Pac in linea con le vere esigenze delle aziende agricole”.
La proposta di semplificazione, che dovrà ora essere valutata anche dal Parlamento Europeo, precede infatti importanti discussioni riguardanti, oltre alla presentazione del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, anche la proposta sulla Politica agricola post 2027, entrambe programmate per il mese di luglio. Una scelta che – sostiene Coldiretti – deve essere rivista posticipando la presentazione della proposta sulla Pac post 2027, soprattutto rispetto a quella del prossimo Quadro finanziario pluriennale che, inevitabilmente, ne influenzerà la struttura e gli obiettivi. In tal senso, Coldiretti ribadisce il no all’ipotesi di un fondo unico, con la Pac che deve mantenere la propria autonomia di bilancio con risorse certe, così come richiesto anche dal Parlamento Europeo la scorsa settimana, con capitoli di spesa distinti ma sinergici tra loro a favore dell’agricoltura. Coldiretti ha evidenziato sin da subito la necessità che le risorse previste nelle nuove politiche di coesione siano destinate espressamente a interventi strutturali volti ad aumentare la raccolta e la disponibilità di acqua per l’agricoltura. La Pac, in quanto politica economica, deve mantenere il suo ruolo di supporto a tutte le imprese agricole, senza creare competizione tra agricoltori nei diversi Stati membri ed avendo sempre come priorità la preservazione del mercato interno. Inoltre, sarà fondamentale che la Politica agricola mantenga invariata l’attuale struttura con i pagamenti diretti che non devono essere ridotti e tornare ad essere esclusivamente strumenti di sostegno al reddito destinati ai veri agricoltori, con gli impegni ambientali trasferiti ad altri strumenti con risorse diverse e un sostegno accoppiato forte ai settori strategici come la zootecnia.