Ridurre la burocrazia per evitare all’Italia di perdere fondi europei, con la Puglia che rischia di restituire all’UE 257 milioni di euro a causa delle difficoltà nell’utilizzarli e farli arrivare alle aziende agricole. E’ l’obiettivo dell’intesta sottoscritta da Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e la Coldiretti che affida ai Caa, i centri di assistenza agricola, una serie di funzioni per snellire i procedimenti, garantire il pieno accesso ai servizi a tutte le imprese e valorizzare l’occupazione in un momento di crisi.
In Puglia è stato speso solo il 35,6% delle risorse del Psr 2014/2020, per cui Coldiretti ribadisce la collaborazione massima per individuare le soluzioni più appropriate per uscire da una situazione preoccupante, ma ancora noi crediamo recuperabile.
“Occorre una decisa inversione di tendenza per recuperare risorse preziose ma anche per non ripetere gli stessi errori per i progetti del Recovery fund. La Coldiretti ha ripetutamente evidenziato questo rischio, purtroppo con pochi riscontri. Il nuovo governo regionale è chiamato a recuperare ritardi enormi e le strutture amministrative a dare risposte immediate. Restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe in questo momento un inequivocabile segnale di inadeguatezza e un danno per i nostri agricoltori, che legittimamente aspirano con queste risorse a costruire il proprio futuro e soprattutto per le imprese che in molti casi stanno lottando per la loro sopravvivenza”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Tra le motivazioni del ritardo – denuncia Coldiretti Puglia – c’è soprattutto l’eccesso di burocrazia, problemi informatici ricorsi al Tar e la strutturazione dei Bandi. Il risultato – rileva la Coldiretti – è il rischio concreto della perdita di importanti risorse per finalizzate tra l’altro all’ammodernamento delle imprese agricole, ai progetti di filiera, al biologico, alla difesa della biodiversità, alla forestazione e all’insediamento dei giovani agricoltori in un momento in cui cresce l’attrattività della campagna e si riducono le opportunità di lavoro nelle città.
Proprio in tale ottica la convenzione, che affida ai Caa Coldiretti la tenuta e il controllo dei fascicoli aziendali, divenuti ormai il cardine di tutti i procedimenti amministrativi, dall’erogazione dei fondi europei ai controlli, che fanno capo alle imprese agricole italiane, prevede importanti novità che possono contribuire in maniera significativa a superare le criticità dei processi di erogazione dei contributi. Con l’adozione di processi e di tecnologie uniformi e conformi a standard elevati, l’intesa punta, innanzitutto, a un ulteriore miglioramento della qualità dei servizi offerti dimezzando il rapporto tra operatori e fascicoli e rendendo così più snelle le attività di costituzione, aggiornamento e verifica. Ma l’accordo garantisce anche una piena accessibilità ai servizi stessi dando la possibilità a tutte le aziende agricole, anche a quelle di minori dimensioni, di essere seguite e tutelate con maggior trasparenza in tutte le fasi degli iter amministrativi.
Oltre a semplificare la vita ai produttori, l’intesa rappresenta inoltre un importante segnale positivo dal punto di vista occupazionale, tanto più significativo se si considera il periodo di crisi provocato dalla pandemia. La convenzione prevede, infatti, di abilitare allo svolgimento delle attività delegate esclusivamente operatori legati ai Caa da un rapporto di lavoro dipendente. Un impegno importante per il sistema Coldiretti ma anche un segnale anticiclico sul fatto che l’agricoltura potrà recitare un ruolo da protagonista nel rilancio del Paese, elevando la professionalità del personale che ogni giorno opera al fianco delle aziende. Infine, il patto tra Agea e Caa prevede regole ancora più rigorose in tema di gestione della privacy e della sicurezza delle informazioni, in linea con gli standard ISO27001.