La riduzione del consumo del suolo è tra gli interventi indicati ai Paesi membri dalla proposta della Commissione per una direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo su cui è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio il 10 aprile. Tra le altre misure l’istituzione di un quadro di monitoraggio della salute del suolo completo e armonizzato, ma flessibile, con criteri per la salubrità; sostegno ai gestori del suolo per migliorarne la salute e la resilienza; individuazione dei i siti potenzialmente contaminati per eliminare i rischi per la salute umana e l’ambiente nel rispetto del principio “chi inquina paga”. L’obiettivo – spiega una nota della Commissione – è una legge sul monitoraggio del suolo per garantirne la salubrità a beneficio dei cittadini, degli agricoltori, dei gestori del territorio e dell’ambiente. Una sfida importante che impatta sulla catena alimentare e sull’economia in generale. Si punta a rafforzare la resilienza dei suoli alle catastrofi naturali, alle ondate di calore, agli eventi meteo estremi, alle erosioni, contaminazioni e perdita di biodiversità. La direttiva lascia agli Stati membri molta flessibilità per adattare il loro approccio alle condizioni locali del suolo.
La direttiva – si legge nella nota – non imporrà obblighi in materia di monitoraggio o miglioramento della salute e della resilienza del suolo ai proprietari e ai gestori dei terreni, compresi gli agricoltori. La proposta è stata avviata nel 2023 e rappresenta un elemento chiave del Green Deal. Secondo la Commissione il 60/70% dei suoli è in cattive condizioni: un miliardo di tonnellate di suolo viene distrutto a causa delle erosioni con una perdita ogni anno della produttività agricola stimata in 1,25 miliardi e costi di oltre 50 miliardi.
La finalità è mettere a disposizione i dati per favorire innovazione e soluzioni tecnologiche per le pratiche agricole e aiutare così gli agricoltori ad attuare i metodi di trattamento più appropriati per accrescere fertilità e la resa del suolo, riducendo il consumo di acqua e nutrienti.
Coldiretti si sta battendo da anni per mettere fine al consumo del suolo e ha chiesto di accelerare l’approvazione della legge che giace da anni in Parlamento e che invece potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per proteggere il territorio. La maggiore organizzazione agricola europea in più occasioni ha ricordato che nell’ultimo mezzo secolo è stata cancellata una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio. E l’effetto è stato devastante non solo per la produzione agricola, ma anche per il dissesto idrogeologico aggravato dalla mancanza di quel prezioso presidio che gli agricoltori, veri custodi della natura, garantiscono. Una situazione allarmante tenendo conto che l’Ispra ha classificato un quinto del territorio italiano ad alto rischio di frana e alluvione.