Il grano recupera valore con le quotazione che guadagnano 15 euro a tonnellata, tornando a 335 euro a tonnellata, con la presentazione di contratti che hanno invertito la rotta, facendo recuperare terreno ai prezzi del frumento pugliese. A darne notizia è Coldiretti che in occasione della commissione della Borsa Merci a Foggia ha esibito contratti che hanno fatto invertire la rotta delle quotazione, facendo recuperare 15 euro a tonnellata al grano duro fino.
Al contempo, la proposta della Ue di imporre dazi sul grano di Putin si tradurrebbe in una “stangata” da oltre 40 milioni di euro di dazi aggiuntivi sulle importazioni di prodotto dalla Russia e risponde alle richieste di Coldiretti di tutelare i produttori colpiti dal drammatico crollo delle quotazioni causate dall’invasione selvaggia di prodotto straniero. L’idea della Commissione di imporre dazi – afferma Coldiretti – è un primo passo verso uno stop deciso alle importazioni sleali, al quale devono essere aggiunte più risorse per i contratti di filiera del grano. Solo così sarà possibile tutelare il reddito degli agricoltori.
Le importazioni di grano duro dalla Russia hanno infatti raggiunto il valore record di 445 milioni di chili nel 2023 in aumento di oltre 11 volte (+1013%) rispetto all’ anno precedente, provocando il crollo delle quotazioni del grano made in Italy che ha messo in ginocchio i produttori agricoli, secondo lo studio dell’Osservatorio strategico della Coldiretti sulla base dei dati Istat. Con le quotazioni scese ampiamente al di sotto dei costi di produzione, a rischio è la sopravvivenza di 38mila aziende agricole in Puglia, il Granaio d’Italia, e la sovranità alimentare del Paese con l’aumento della dipendenza dall’estero.
Sotto accusa ci sono gli accordi gli accordi di libero scambio europei – incalza Coldiretti Puglia – per cui vanno fermate le importazioni sleali, introducendo con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno, poiché è intollerabile la concorrenza sleale che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Ad aumentare sono anche gli arrivi dalla Turchia sulla quale grava peraltro il sospetto di triangolazioni dalla Russia.
Nel 2023 dal Paese di Erdogan, secondo l’Osservatorio strategico della Coldiretti, sono arrivati ben 417 milioni di chili di grano duro in aumento dell’807% rispetto all’anno precedente e il Tmo, l’ente statale turco per i cereali – denuncia la Coldiretti Puglia – avrebbe bandito una nuova gara internazionale per la vendita e l’esportazione di ulteriori 150 milioni di chili di prodotto nel 2024. Un vero e proprio fiume di prodotto destinato in gran parte ad arrivare in Italia che, aggiunto a quello di grano canadese, impatta sui prezzi del grano nazionale, praticamente in caduta libera.
Le aste turche del frumento affossano ancora i prezzi del grano pugliese – conclude Coldiretti Puglia - con il crollo delle quotazioni sia a Foggia che ad Altamura ed il prezzo del grano fino che scende ancora a 320 euro a tonnellata, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia. Si tratta di valori che portano la coltivazione sotto i costi di produzione, rendendola di fatto antieconomica ed esponendo le aziende agricole al rischio crack, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive. Un abbandono dei terreni che pesa anche sull’assetto idrogeologico del Paese aprendo al rischio di desertificazione.