L’invasione di olio extra Ue alimenta il rischio di frodi e inganni ai danni dei consumatori, quando le esportazioni di olio di oliva dalla Tunisia che sono aumentare in quantità del 39,4% e l’Italia è stata il principale importatore con una quota del 26,8% di olio anche a prezzi stracciati. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati pubblicati dall’Osservatorio nazionale tunisino dell’agricoltura (Ongri), con la maggior parte delle esportazioni di olio d’oliva della Tunisia che è stata diretta al mercato europeo, pari al 57,4% dei volumi esportati nei primi 10 mesi della stagione 2024/2025, seguita dal Nord America (27,0%) e dall’Africa (9,5%). %, seguita da Spagna (25,5%) e Stati Uniti (20,1%). Le esportazioni hanno raggiunto le 252,7 mila tonnellate nei primi 10 mesi della stagione 2024/2025, rispetto alle 181,3 mila tonnellate dello stesso periodo della stagione precedente, ma con un calo dei ricavi del 29,5%.
Da rilevare che il prezzo medio all’esportazione dell’olio d’oliva ad agosto 2025 ha oscillato tra 7,57 dinari al kg (2,29 euro) e 17,22 dinari al kg (5,22 euro) a seconda della categoria. L’olio d’oliva confezionato ha rappresentato solo il 14,7% delle esportazioni – in aumento rispetto al 13,2% dello stesso periodo della stagione 2023/2024 -, mentre l’olio d’oliva sfuso l’85,3%diminuiti del 54,9%, un ulteriore determinante elemento – insiste Coldiretti Puglia – che impone di alzare la guardia contro la concorrenza sleale.
L’obiettivo di chi acquista olio straniero è realizzare margini sempre più alti di profitto tramite speculazioni che mettono all’angolo i produttori nazionali e inondano i mercati di prodotto di bassa qualità. Un fenomeno che spinge ulteriormente il pericolo di frodi ai danni dei consumatori, contro i quali si sono peraltro intensificati i controlli delle forze dell’ordine, del Masaf e dell’Icqrf.
La nuova campagna di raccolta delle olive in Puglia si aprirà con una novità importante per la valorizzazione dell’olio italiano. Un decreto fortemente sostenuta da Coldiretti e Unaprol impone un limite di 6 ore per la registrazione della consegna delle olive. L’obbligo di registrare i movimenti delle olive entro sei ore dall’acquisto, senza interruzioni, è una misura chiave per bloccare i flussi fittizi di “falso prodotto” che danneggiano i produttori onesti e destabilizzano le produzioni locali.
“Un passaggio epocale per il settore – rileva David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Unaprol -. Con questo decreto si chiude definitivamente l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, e si apre una nuova fase fondata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla valorizzazione del prodotto italiano. L’aumento di produzione non deve però distogliere dall’urgenza di investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione in tutte le aree del Paese – continua Granieri -. Serve implementare piani di sviluppo che garantiscano al comparto olivicolo italiano la resilienza necessaria ad affrontare le crescenti e imprevedibili sfide climatiche future. L’obiettivo rimane quello di sostenere tutti i produttori e rafforzare la posizione di eccellenza dell’olio extra vergine d’oliva italiano sui mercati globali”.