Tante sono le ipotesi sul tavolo per il futuro delle pensioni italiane in vista della prossima legge di Bilancio per il 2026 che sarà approvata entro fine anno. Il primo aspetto che preoccupa milioni di italiani, ormai prossimi alla pensione, riguarda l’incremento dell’aspettativa di vita. Si vocifera, infatti, di un possibile incremento di un mese a partire dal 1° gennaio 2027, che verrà poi innalzato di ulteriori due mesi a partire dal 1° gennaio 2028. Ciò significa che a partire dal 2029 si dovrà lavorare tre mesi in più rispetto ai requisiti a oggi vigenti. Le novità sembra non finiscano qui, dai prossimi anni verranno modificati anche i requisiti speciali riservati alle pensioni di carabinieri, polizia, vigili del fuoco, guardia di finanza e militari. Per loro, l’incremento dal 2027 sarà di quattro mesi e di ulteriori due a partire da gennaio 2028, per un totale quindi di ben sei mesi.
Dopo la pandemia ci siamo disabituati all’adeguamento dei requisiti di pensionamento all’aspettativa di vita, in quanto era stata temporaneamente congelata, ma in realtà è un dato che viene aggiornato solitamente ogni biennio sulla base dei dati Istat. In questi anni il legislatore si è limitato ad agire esclusivamente sulle finestre mobili. Ci saranno delle eccezioni: l’incremento dell’aspettativa di vita non riguarderà i lavoratori usuranti e notturni, chi ha svolto una mansione gravosa e per i precoci che abbiano un’invalidità superiore al 74%. Per tutti i lavoratori dipendenti (anche pubblici) e per i lavoratori autonomi assicurati presso le gestioni dell’Inps i requisiti di pensionamento cambieranno. Si potrà andare in pensione di vecchiaia in presenza di almeno 20 anni di contributi e almeno 67 anni e un mese nel 2027 e a 67 anni e 3 mesi nel 2028. Nel 2027, invece, i requisiti per le pensioni anticipate saranno di 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 11 mesi per le donne, cui andrà aggiunta la finestra trimestrale.
Nel 2028 si passerà a 43 anni e un mese per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne, più finestra. I requisiti cambieranno anche per le pensioni contributive per chi non ha contributi al 31/12/1995 o per chi sceglie il computo in gestione separata, portando l’età minima per l’anticipata a 64 anni ed un mese dal 2027 e a 64 e 3 mesi dal 2028. Allo stesso modo cambia anche il requisito anagrafico minimo odierno di 71 anni aggiungendo un mese dal prossimo anno, per arrivare nel 2028 a 71 anni e tre mesi. Non solo: pare che la bozza della Legge di Bilancio preveda la proroga di Ape Sociale, ma che riporti due grandi assenti, ovvero Opzione donna e la Pensione Anticipata Flessibile. Inoltre, pare riconfermato anche il bonus Giorgetti per l’incentivo al posticipo di pensionamento e prevede che chi ha raggiunto i requisiti ordinari per la pensione anticipata potrà scegliere di rimandare la decorrenza, ma di ricevere esentasse e direttamente in busta paga la propria quota di contributi versata ogni mese all’Inps. Sicuramente, a oggi, nulla è deciso e dovremmo seguire i prossimi sviluppi per capire come si articolerà la previdenza italiana nei prossimi anni.
