Il grano pugliese perde altri 5 euro a tonnellata, un drammatico trend al ribasso che ha portato il frumento ad una quotazione di 300 euro a tonnellata, e che rischia di mettere a repentaglio anche l’attuale campagna di raccolta, caratterizzata da qualità eccellente e quantità in calo, con la siccità che stringe i campi in una morsa, facendo tra l’altro lievitare i costi di produzione. E’ la Coldiretti Puglia a chiedere all’Assessore regionale la convocazione urgente di una tavolo di crisi, attorno a cui far sedere tutti gli attori della filiera perché i prezzi del grano in campagna sono diventati insostenibili.
“Abbiamo chiesto più volte all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia la convocazione del tavolo di crisi con ogni urgenza e ora va riunito senza indugio perché non c’è più tempo da perdere. E’ preoccupante lo stato di criticità del settore cerealicolo colpito dalla siccità e dall’aumento dei costi di produzione, ma il problema concreto è causato dall’abbassamento del valore del grano, a causa delle importazioni selvagge dall’estero e della scarsa valorizzazione del prodotto regionale” , denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.
“Il boom di arrivi di grano estero conferma un trend – rileva Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia - che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dal Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, spesso in coincidenza con il periodo di raccolta, con il risultato di far crollare le quotazioni del grano”.
Il clima ha avuto impatti gravi anche sulla produzione di grano con le stime della trebbiatura al ribasso rispetto alla media produttiva, seppur in aumento nel confronto con un disastroso 2024, caratterizzato da una gravissima siccità in Puglia, il “granaio d’Italia”. La stima della Coldiretti e di Cai – Consorzi Agrari d’Italia, registra il raccolto di grano duro per la pasta che dovrebbe attestarsi sui 3,7 milioni di tonnellate, mentre quello del tenero segnerà una produzione che arriverà sotto i 2,5 milioni di tonnellate, comunque su livelli qualitativi tra il buono e l’ottimo. A restare sotto le attese produttive è stata in particolare la provincia di Foggia, la prima provincia italiana per ettari coltivati a cereali, dalla quale viene il 20% circa di tutto il grano duro italiano. A causa della siccità si segnala un calo almeno del 20% rispetto al normale potenziale produttivo.
Durante l’attuale campagna commerciale sono arrivati dal Canada quasi 800mila tonnellate di grano duro, oltre il doppio (+104%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti su dati della Commissione Ue. Una vera e propria invasione a conferma di un trend che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dallo stesso Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, con gli arrivi che aumentano con l’avvicinarsi del periodo di raccolta, facendo crollare i prezzi.
Nonostante risultati al di sotto delle aspettative, i prezzi pagati agli agricoltori restano bassi, con le quotazioni del grano duro che in calo del 13% nell’ultima settimana di giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. A pesare è ancora una volta il fenomeno delle importazioni selvagge, con ingenti quantità di grano straniero che arrivano a ridosso del periodo di trebbiatura con l’effetto di far crollare il prezzo di quello nazionale.
Il grano straniero viene peraltro coltivato usando spesso prodotti da anni vietati in Europa – conclude Coldiretti Puglia – come quello canadese, ad esempio, che viene trattato in pre raccolta con il glifosato, con una modalità vietata nel nostro Paese.