Prezzo del grano duro bloccato a 280 euro a tonnellata alla Borsa Merci di Foggia. Coldiretti ha votato contro, respingendo una quotazione che resta sotto i costi di produzione e chiedendo con forza che il prezzo venga portato sopra i 32 euro al quintale, sopra i costi reali delle aziende agricole calcolati da ISMEA. Non è più tollerabile che il grano venga pagato meno di quanto costa produrlo – denuncia Coldiretti Puglia – così si cancella il lavoro degli agricoltori e si mette a rischio il futuro della cerealicoltura italiana.
Per Coldiretti Puglia la tutela del comparto agricolo passa attraverso l’attivazione della Commissione Unica Nazionale (CUN) per il grano duro, strumento indispensabile per definire listini più trasparenti, condivisi e rispettosi dei reali costi di produzione. Secondo i dati ufficiali di ISMEA, richiesti durante la manifestazione di Coldiretti a Bari, i costi medi di produzione del grano duro nel Sud Italia ammontano a 31,8 €/q. Eppure la Borsa Merci di Foggia continua a fissare quotazioni nettamente inferiori, generando una condizione insostenibile per le aziende agricole, che rischiano di dover abbandonare i campi.
Questa condotta rappresenta una chiara violazione della normativa sulle pratiche sleali (D.lgs. 198/2021, attuativo della Direttiva UE 2019/633), che vieta la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi inferiori ai costi di produzione, a tutela degli anelli più deboli della filiera. È inaccettabile – incalza Coldiretti Puglia – che in un momento di forte instabilità dei mercati e di aumento generalizzato dei costi, dal gasolio ai fertilizzanti, dall’energia alla manodopera, il lavoro degli agricoltori venga svilito da valutazioni che ignorano i dati oggettivi e il valore reale del prodotto.
Non si tratta solo di difendere il reddito degli agricoltori, ma di salvaguardare l’intera filiera della pasta italiana, che parte dal grano 100% nazionale e non può essere svenduta sottocosto nella grande distribuzione. Allo stesso modo, va evitato che l’Italia venga invasa da grano estero a basso costo, a discapito della qualità e della salute dei consumatori.