Da gennaio a marzo 2020 il settore in Puglia segnava +20% delle vendite all’estero rispetto allo stesso periodo del 2019
La riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar e la ripresa delle esportazioni hanno riattivato gli sbocchi di vendita del vino pugliese che nel canale Ho.Re.Ca., nell’enoturismo e nell’export vale oltre 1 miliardo di euro l’anno, a regime. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia nel sottolineare che con la fine del lungo periodo di chiusura vanno promosse le 27 DOC, 4 DOCG e 6 IGP denominazioni di vino Made in Italy che offre la Puglia che da gennaio a marzo 2020 segnava un aumento dell’esportazioni del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati ISTAT - Coeweb.
“La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato la volata - fino al periodo pre-covid - con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
“Sul fronte della qualità sono in forte sviluppo e ascesa – rimarca Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola regionale di Coldiretti Puglia - i vini della Puglia con 1 bottiglia su 4, pari al 25% della produzione regionale, con denominazioni DOP o IGP. E bisogna dare risposte certe e concrete alla grande perdita subita proprio dai vini di qualità. La lenta ripresa di ristoranti e alberghi era un appuntamento molto atteso dagli operatori di un settore dal quale nascono, dalla vigna al tavolo, prodotti apprezzati ed esportati in tutto il mondo, con un risvolto occupazionale importante. Il ‘Puglia Igt’ crea 16,5 milioni ore di lavoro all’anno, con un altro vitigno pugliese al decimo posto della top ten nazionale, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari ’, insiste il presidente Cantele.
Ad essere colpita – continua la Coldiretti - è stata soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova un mercato privilegiato di sbocco in alberghi e ristoranti in tutto il mondo. Ad aumentare notevolmente sono state le giacenze dei vini piu’ blasonati con il risultato che quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ hanno registrato un deciso calo del fatturato con l’allarme liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano.
“Le vigne non si sono fermate e per assicurare una perfetta ripresa delle cantine, dopo il lungo lockdown, vanno attivate – insiste il presidente Cantele - campagne promozionali forti sui mercati internazionali e nazionali. Le risorse per il sostegno non sono sufficienti e vanno attivate misure per lo stoccaggio per recuperare valore dei vini di qualità, da affiancare alla vendemmia verde e alla distillazione di crisi che servono a liberare le cantine dalle eccedenze, inoltre la distillazione è destinata esclusivamente alla trasformazione in alcol di vini di bassa qualità con un aiuto che non copre neanche lontanamente i costi di produzione”.
L’Iva agevolata e un credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi Covid -19 sono alcune delle proposte formulate dalla Coldiretti che ha presentato al Governo e alla Regione Puglia il ‘Piano Salva Vigneti’ ed è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti. Ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che – conclude la Coldiretti – rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non.