24 Giugno 2020
FASE 3: COLDIRETTI PUGLIA, AGRITURISMO NON E’ TURISMO DI SERIE B; GRANDE ESCLUSO DA CONFRONTI E INTERVENTI REGIONALI

Il 93% degli italiani in vacanza durante l’estate 2020 ha scelto come meta l’Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni, crolla il turismo nelle città d’arte, mentre le alternative più gettonate in Puglia sono il mare e la campagna con gli agriturismi che garantiscono distanze di sicurezza in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto, a tavola e con ampi spazi all’aperto, luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ e dai dati di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, che fotografano una ripresa sensibile delle prenotazioni a luglio e il quasi tutto esaurito negli agriturismi pugliesi ad agosto, dopo il lungo lockdown causato dal Coronavirus.

“La Fase 3 segna una ripresa lenta ma continua e progressiva sia della ristorazione che degli alloggi in agriturismo, con il quasi tutto esaurito a macchia di leopardo ad agosto. E’ stato colpito un settore che sta registrando in Puglia una crescita a due cifre con il 16,5% di aumento del numero degli agriturismi in Puglia con 850.000 presenze annue. Nonostante sia un segmento dell’attività turistica che ha evidentemente bisogno di sostegno, come denunciato e sollecitato in maniera pressante nei mesi di emergenza, nulla è stato predisposto a livello regionale per aiutare le aziende agrituristiche”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L’attività agrituristica è stata tra le più colpite dall’emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – aggiunge Coldiretti Puglia – ed è stata azzerata per quasi 3 mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall’emergenza sanitaria.

“L’agriturismo, nonostante i suoi numeri dimostrino il contrario, viene considerato un turismo di serie B, risulta escluso sia dalla pianificazione agricola che turistica che dai tavoli di confronto istituzionali a livello regionale, mentre ci si appropria sempre con facilità dell’identità agricola e del patrimonio rurale del nostro territorio, per fare comunicazione istituzionale e marketing turistico. Ma gli oneri di cura di questo territorio rimangono in capo agli agricoltori, troppo spesso abbandonati ad affrontare da soli sfide enormi come Xylella, siccità, cambiamenti climatici e da ultimo anche il Covid”, tuona Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia.

“L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole sono oggi fuori da qualsivoglia strategia regionale, ivi incluse – insiste il presidente De Miccolis - quelle a sostegno del settore turistico per emergenza Covid, così come sono al palo le misure del PSR dedicate. Gli indennizzi per calo di fatturato previsti per il solo mese di aprile sono solo un placebo, cosi come non mancano difficoltà per accedere al credito. Gli ammortizzatori sociali sono ormai insufficienti per entità e tempistica a dare respiro alle tante famiglie che hanno vissuto tre mesi di inoccupazione. In compenso sono aumentati burocrazia ed adempimenti, tanto che alcuni operatori del settore, presi dallo sconforto e dalla paura di sanzioni, stanno valutando se valga la pena riaprire, eventualità che avrebbe effetti disastrosi sull’occupazione”, conclude il presidente De Miccolis.

Ignorare il ruolo fondamentale dell’agriturismo per lo sviluppo del territorio pugliese è inaccettabile per Coldiretti e Terranostra Puglia che tornano a chiedere interventi celeri per un settore che soffre e che ormai non può più attendere i tempi della politica e della burocrazia.

 

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