1 Luglio 2008
EMERGENZA CENTRALE ENEL DI CERANO: SOLIDARIETA’ ALLE GIUSTE RIVENDICAZIONI DEI COLTIVATORI BRINDISINI

La Coldiretti di Lecce, partecipando con una sua delegazione all’incontro tenutosi presso il Comune di Brindisi con il Sindaco Mennitti,  ha inteso sostenere le giuste rivendicazioni dei colleghi coltivatori brindisini che, a un anno dalla adozione della ordinanza che prevedeva il divieto di coltivazione e l’obbligo di distruzione delle colture ricadenti nell’area circostante la Centrale Enel di Cerano, per una estensione complessiva di circa 400 ettari, non hanno ancora ottenuto alcun ristoro per i danni subiti, mentre la Centrale continua impunemente a produrre danni che, secondo il Presidente di Coldiretti Lecce Pantaleo Piccinno, vanno ben oltre l’area circoscritta dal Comune di Brindisi.
“Per quale motivo” sostiene Piccinno “si è adottata l’ordinanza di divieto di coltivazione e non si è invece ritenuto di agire direttamente sulla causa, e cioè sul nastro trasportatore che trasferisce il carbone dal porto alla Centrale, trovando soluzioni più idonee ad evitare che le polveri di carbone si possano diffondere sulle colture?”.
“E’ in ogni caso più che mai il tempo” prosegue Piccinno “di porre con forza la questione energetica nella Regione Puglia, dove si stenta a fare decollare le energie rinnovabili e si continuano a subire le ingiurie al territorio causate dai mega impianti tradizionali. Se l’agricoltura può e deve continuare a rappresentare una risorsa per questa Regione,  non può essere sacrificata sull’altare di una produzione energetica doppia rispetto al fabbisogno regionale e, per di più, altamente inquinante”
“Mi auguro che i cittadini consumatori possano sostenere questa giusta battaglia dei coltivatori” conclude Piccinno “prendendo coscienza che strutture come quella di Cerano sono la causa dei  veri danni provocati al nostro territorio e non lasciarsi fuorviare dalle cattive informazioni che lasciano invece trasparire come impattante per il territorio la energia prodotta da fonti rinnovabili. Se non riduciamo la produzione energetica tradizionale con l’apporto delle rinnovabili e, in particolare, con l’utilizzo delle biomasse, la Centrale di Cerano continuerà nella totale indifferenza a fare i suoi danni e l’agricoltura, che pure può dare un apporto importante in questo settore, continuerà a subire divieti anacronistici, abdicando alla sua moderna vocazione di settore indispensabile alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

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