Sono saliti a 118 gli interventi effettuati a luglio e agosto dai volontari della Protezione Civile a Ugento e nelle aree limitrofe per spegnere gli incendi degli uliveti ormai secchi a causa della Xylella. A dirlo è Coldiretti Puglia sulla base dei dati diffusi dalla Protezione Civile di Ugento, una delle località più belle e suggestive del Salento, dove i volontari in 50 giorni hanno spento roghi quotidiani di ulivi malati, con un aumento degli incendi del 24% rispetto all’anno scorso.
“E’ andato in fumo l’ennesimo campo di 300 ulivi a Ugento, dove sono stati necessari oltre 1000 litri di acqua per spegnere ogni singolo ulivo divenuto una torcia di fuoco. Va il nostro plauso ai volontari della Protezione Civile che stanno intervenendo tempestivamente da settimane, così come i Vigili del Fuoco sull’intera provincia di Lecce con 1500 incendi da giugno ad oggi. Il 70% degli incendi interessa gli ulivi, una strage che si ripete lasciando paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, con evidenti problemi di sicurezza”, insiste Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
“Gli incendi sono solo la punta dell’iceberg – insiste il presidente Muraglia - dello stato di abbandono in cui versano le campagne in Salento a causa della Xylella che non è un problema solo dell’agricoltura, perché enorme è il danno arrecato dalla malattia al paesaggio e al patrimonio culturale stesso del Salento, con ripercussioni gravissime su tutta l’economia salentina, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività”, conclude il presidente Muraglia.
La vastità e numerosità degli incendi è difficilmente gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione. “Tempestivo l’intervento dei volontari della Protezione Civile che hanno operato immediatamente sulla perimetrale del campo– affermaGianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - per evitare che l’incendio si propagasse sugli alberi subito a ridosso della strada provinciale, scongiurando l’evidente pericolosità per gli stessi automobilisti. Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. Le lungaggini e gli intoppi regionali per liberare le risorse della sottomisura 5.2 del PSR Puglia hanno prodotto ritardi biblici negli espianti, tanto che molti agricoltori saranno costretti e reimpiantare – se tutto va bene – nel marzo 2021. A questo si aggiungono i vincoli paesaggistici, per cui a nulla sono serviti i nostri continui appelli, che ancora ostacolano la rigenerazione del Salento, gli espianti e i reimpianti anche di altre colture che libererebbero finalmente il Salento dalla condanna di una monocoltivazione”.
“Gli agricoltori chiedono da anni interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti – aggiunge Cantele - per la ricostituzione del patrimonio olivicolo e agrario gravemente compromesso, anche attraverso una opportuna e tuttora bloccata diversificazione, perché il Salento non può essere condannato ad una monocultivar. A distanza di 6 anni dal primo ulivo infetto su cui è stata conclamata la presenza della malattia, gli agricoltori salentini sono ancora ingabbiati e abbandonati al loro destino e ogni giorno al danno si aggiunge un’altra beffa”.
La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia - con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.