18 Aprile 2012
ANGURIE: L’ALLARME DI COLDIRETTI

  Il comparto delle angurie del comprensorio di Nardò rischia il tracollo. Gli effetti della gravissima crisi del settore si stanno facendo sentire in maniera molto acuta con il disagio e le difficoltà legate alla conduzione delle aziende dell'hinterland. Difficile soprattutto la situazione finanziaria della maggior parte delle imprese che hanno dovuto abbandonare in campo, la scorsa estate, migliaia di tonnellate di angurie. Molte le richieste di rinnovo delle obbligazioni - fidi bancari, cambiali agrarie, prestiti - per far fronte sia alle esigenze della nuova campagna (che normalmente prevede il trapianto delle piantine a partire dal mese di marzo ma che quest'anno ha avuto una vistosa battuta d'arresto), sia per la realizzazione di coltivazioni alternative che diano qualche certezza di prospettiva di reddito.
Un segnale eloquente della drammaticità della situazione emerge dall'analisi che Coldiretti ha realizzato in merito all'acquisto di mezzi tecnici (piantine, concimi, fitofarmaci, impianti e attrezzature di irrigazione) che presenta, ad oggi, una riduzione sostanziale pari all'85 per cento rispetto all’anno precedente, creando seri problemi anche all'indotto.
"Coldiretti nei mesi scorsi, a fronte di una indisponibilità dell'Unione europea a riconoscere anche per le angurie i danni provocati dalla psicosi generate dai casi di escherichia coli negli ortaggi – commenta il direttore di Coldiretti Lecce, Benedetto De Serio - aveva proposto alla Regione di intervenire proprio sulle difficoltà finanziarie degli imprenditori agricoli con interventi mirati attraverso l'utilizzo di un meccanismo comunitario denominato “De minimis”, in grado di aiutare le imprese e metterle nella condizione di poter onorare le proprie obbligazioni, ossia prestiti, cambiali agrarie e quant'altro. Nei giorni scorsi abbiamo invitato l'assessore regionale Dario Stefano a procedere in tal senso al fine di evitare il tracollo di un settore fondamentale per l'economia di quel comprensorio. Serve un intervento urgente per evitare che la contrazione della produzione di oltre quattrocento ettari di angurie e di altri ortaggi abbia poi ripercussioni pesanti su tutto il sistema economico salentino, occupazione compresa”.

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