9 Agosto 2020
A 3 ANNI DA AGGUATO A SAN MARCO IN LAMIS COLDIRETTI FOGGIA COMMEMORA FRATELLI LUCIANI VITTIME INNOCENTI DELLA CRIMINALITÀ
  1. "Abbiamo ricordato e commemorato i nostri due soci imprenditori agricoli, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, la cui unica colpa fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'ironia della sorte è che il posto era esattamente il luogo di lavoro, l'area rurale che curavano e manutenevano quotidianamente". CosìPietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia, ha ricordato le vittime dell’agguato mafioso in cui 3 anni fa persero la vita i fratelli Luciani nell’agosto del 2017.

"Il nostro pensiero e la nostra vicinanza continua ad andare alle famiglie dei due fratelli – ha aggiunto Piccioni – alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. E’ pressante la grande esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione".

L’intensità dell’associazionismo criminale è elevata nel Mezzogiorno, con il grado di penetrazione forte e stabile – secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti - sul versante adriatico con Foggia 67,4; Brindisi 51,6, Barletta-Andria-Trani 40,9, Bari 40,9, Taranto 39,4 e Lecce 37,4.

La capacità di attrazione dei capitali legali da parte della malavita – sottolinea l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – è ben evidenziata dall’attività della Guardia di Finanza che fa notare come le mafie non limitano la loro attività solo all’accaparramento dei terreni agricoli, ma spaziano in tutto l’indotto, arrivando a operare direttamente nelle attività di trasporto e di stoccaggio della merce, nell’intermediazione commerciale e nella determinazione dei prezzi.

Dei 26.200 terreni su tutto il territorio nazionale nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l’altro, l’associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, in Puglia ben 2.489 (il 9,5%) sono in mano alla mafia – conclude Coldiretti Puglia - anche perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi.

 

SONDAGGIO

Che tipo di cibo cerchi quando viaggi?

TERRAINNOVA

 

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi