E’ stato inaugurato a Tunisi il primo farmers market della capitale africana, il “Marché de l’Agriculture Tunisien”, grazie al progetto Mediterranean and African Markets Initiative (Mami – Farmers Markets Project), in occasione della Giornata della Biodiversità. Si tratta del quarto mercato aperto in meno di un anno dopo Alessandria d’Egitto, Nairobi e l’ultima apertura in Libano, nell’ambito del progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, realizzato da Ciheam Bari, in collaborazione con la World Farmers Markets Coalition e la Fondazione Campagna Amica di Coldiretti. L’Italia, con il suo modello di agricoltura contadina, torna a essere protagonista nel Mediterraneo e in Africa, accompagnando comunità e territori in un percorso concreto di crescita locale e sostenibile per la difesa della biodiversità rispetto ai rischi legati al clima e all’omologazione.
All’inaugurazione hanno preso parte Samir Abid, Ministro del Commercio e dello Sviluppo delle Esportazioni, Hamadi Lahbeib, Segretario di Stato incaricato delle risorse idriche presso il Ministero dell’Agricoltura, Alessandro Prunas, Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli, Direttore Generale della World Farmers Markets Coalition e della Fondazione Campagna Amica, Enrico Azzone, Coordinatore del progetto Mami – Mercati dei produttori, Ciheam Bari e Moez Ben Zaghdene, Presidente dell’Unione Tunisina dell’Agricoltura e della Pesca. Ogni sabato, presso la sede dell’Unione Tunisina dell’Agricoltura e della Pesca (Utap), i cittadini tunisini potranno acquistare direttamente dai produttori alimenti freschi, locali, di stagione, frutto di pratiche agricole rispettose della terra e della biodiversità. Il mercato ospiterà circa 30 aziende agricole familiari, molte delle quali gestite da donne, che offriranno frutta e verdura, formaggi, miele, carne, pesce, pane tradizionale come il Mlawi e bevande artigianali. In occasione dell’inaugurazione del mercato, l’Ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, ha dichiarato: “Nello spirito del Piano Mattei, la promozione in Tunisia di buone pratiche agricole, inclusa l’agricoltura biologica, è al cuore dell’azione della Cooperazione Italiana, che conta su una presenza storica in tutte le aree del Paese.
Il sostegno agli imprenditori e alle produzioni locali è cruciale per assicurare uno sviluppo sostenibile nel rispetto delle risorse naturali e per questa ragione l’iniziativa di oggi, finanziata con un contributo del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale al Ciheam Bari, è di importanza centrale”. “L’apertura del mercato a Tunisi rappresenta un esempio concreto di cooperazione tra associazioni di agricoltori, resa possibile grazie alla sinergia tra la Fondazione Campagna Amica di Coldiretti e l’UTAP, l’associazione tunisina degli agricoltori – sottolinea Carmelo Troccoli, direttore Fondazione Campagna Amica e World Farmers Markets Coalition – È proprio questo uno degli obiettivi principali che ci siamo posti: costruire una comunità globale di produttori agricoli che incontrano direttamente i consumatori, dando vita a sistemi alimentari locali, sostenibili e trasparenti”.
“Questa inaugurazione – spiega l’Unione Tunisina dell’Agricoltura e della Pesca (Utap) – segna un passo significativo verso la valorizzazione dell’agricoltura locale e la promozione di sistemi alimentari sostenibili. Un’opportunità concreta, soprattutto per le donne del mondo rurale tunisino, per accedere al mercato, valorizzare i propri prodotti e rafforzare la propria posizione nel settore agricolo”. “Dopo Egitto, Kenya e Libano – afferma Biagio Di Terlizzi, direttore aggiunto Ciheam Bari – approdiamo oggi in Tunisia. Non è solo un’inaugurazione, ma un gesto che mette al centro la persona che produce con passione e quella che consuma con consapevolezza. Il mercato contadino non è un semplice punto vendita: è un presidio culturale, uno spazio di conoscenza e di futuro. È qui che la filiera corta si trasforma in un’opportunità concreta per lo sviluppo umano ed economico”.