La Coldiretti ha aperto un varco. E’ stata infatti l’unica organizzazione a scendere pesantemente in campo contro le ideologie green della Unione europea che rischiavano di rottamare l’agricoltura europea. La presentazione della “Visione” sul futuro dell’agricoltura messa a punto dalla Commissione ha rappresentato un’importante svolta. Green deal sì, ma a misura di imprese.
E che l’aria sia cambiata a Bruxelles lo conferma anche se non la marcia indietro, ma comunque l’allentamento dei vincoli per l’industria automobilistica. E’ stata accolta la richiesta di maggiore flessibilità sugli obiettivi di CO2. La Commissione ha deciso di “ascoltare le voci delle parti interessate che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica”. E dunque sarà concesso un allungamento dei tempi alle imprese per raggiungere gli obiettivi.
Su due settori chiave per l’economia della Ue, agricoltura e automotive, Bruxelles sta dunque allentando la stretta. Un risultato che si deve anche alla caparbietà con cui Coldiretti ha pressato gli uffici della Commissione per ottenere il ritiro di regolamenti che avrebbero portato a chiusura certa, per esempio, gli allevamenti italiani che la follia ambientalista voleva mettere sullo stesso piano delle acciaierie quanto a emissioni. Così come il drastico taglio dei fitofarmaci, senza fornire valide alternative, secondo i calcoli della Coldiretti avrebbe tagliato del 30% la produzione agricola italiana.
E che dire del ripensamento sul Nutriscore? E’ stato un duro scontro, spesso in totale solitudine, quello che Coldiretti ha ingaggiato con la precedente Commissione. E ora sembra che si stia affermando una visione nuova che vuole tenere conto del punto di vista e delle esigenze di chi ogni giorno è prima linea per realizzare produzioni agricole di qualità. Un nuovo approccio che ha virato anche sull’industria automobilistica che ha perso colpi in Europa. Insomma Coldiretti ha fatto scuola.