30 Gennaio 2013
REGIONALE 8

  Il Consiglio direttivo della Coldiretti Lecce, dopo la rielezione di Pantaleo Piccinno alla presidenza della federazione per i prossimi quattro anni, ha eletto la nuova giunta.  Tra le priorità assolute nell'agenda del consiglio, la costituzione "ad adiuvandum" (in aggiunta) nel ricorso presentato al Tar dagli espropriandi della “Regionale 8” Lecce-Melendugno.
“Siamo esterrefatti per le dichiarazioni di alcuni rappresentanti politici del territorio – dicono il presidente e il direttore di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno e Benedetto De Serio – i quali esultano per la possibile ripartenza del cantiere dell'infrastruttura viaria, dimostrando ancora una volta ottusità e miopia nel comprendere quale siano le direttrici da implementare per lo  sviluppo del territorio. La strada Lecce-Melendugno c'è già, non ne servono altre”.
Coldiretti Lecce si schiera con decisione contro un’arteria a quattro corsie di 14,3 chilometri con nove rotatorie e 16 chilometri di complanari e raccordi che partendo dalla tangenziale est di Lecce dovrebbe collegarsi con la provinciale Melendugno-San Foca.
L’opera è stata finanziata con 57 milioni dal Cipe e ricade tra le strade di categoria C considerate non prioritarie. I comuni interessati, oltre a Lecce, sono Lizzanello, Vernole e Melendugno. Questi ultimi saranno i più danneggiati e decine di aziende si stanno organizzando per difendere la loro integrità. Solo nel territorio di Melendugno sarebbero almeno 2400 gli alberi destinati a essere rimossi.
«Non solo è uno spreco di soldi e di superficie agraria», dicono i dirigenti dei coltivatori diretti, «ma è uno schiaffo a centinaia di imprenditori agricoli che nell’area stanno realizzando prodotti di qualità realizzando così un nuovo modello di crescita del Salento. E’ tempo di cambiare registro: il nostro futuro è nel lavoro prezioso degli imprenditori agricoli che hanno sviluppato aziende sulla qualità dei processi e dei prodotti».
Un progetto, quello dell'infrastruttura viaria, che produrrà ferite gravissime alle aziende agricole ivi presenti. “Non è possibile – insistono De Serio e Piccinno - che la politica guardi agli interessi solo di una parte, ovvero dell'impresa e dei lavoratori senza tenere conto di altri lavoratori che hanno realizzato unità aziendali importanti, moderne, innovative che chiudono tutto il ciclo della trasformazione, dalla produzione alla vendita, veri e propri esempi di imprenditoria multifunzionali in linea con i nuovi orientamenti comunitari. Uno schiaffo a queste forze positive del territorio”.
“La politica dovrebbe guardare gli interessi di tutti – aggiungono - altrimenti perde di vista il proprio ruolo, che è quello di equidistanza rispetto agli interessi dei cittadini e degli operatori”.
“Siamo convinti – osservano i dirigenti Coldiretti - che la strada non partirà perché presenta varie lacune amministrative e progettuali. Ciò che ci rammarica profondamente è invece la reazione  della politica regionale: speravamo che avesse uno scatto di reni e comprendesse che senza una decisione coraggiosa si finisce in un vicolo cieco di stalli legali e burocratici. La Regionale 8 è di fatto una cesura brutale sul territorio, che tronca tutte le relazioni materiali e immateriali che si sono sedimentate nel corso dei secoli. E' un progetto che cambierà il destino del territorio in cui insiste. Non si tratta di un campo fotovoltaico o dell'allargamento di una strada già esistente.  Ciò che si vuole realizzare è una ferita mostruosa, una divisione netta che romperà in modo irreversibilmente le contiguità e le sinergie che si sono create negli anni. Davanti a tanta miopia, Coldiretti andrà avanti fino in fondo a sostegno dei veri interessi del territorio”.

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